Informazioni personali

La mia foto
DETERMINAZIONE E PUNTIGLIOSITA' SONO I MIEI PREGI E I MIEI DIFETTI

mercoledì 2 giugno 2010

VIAGGIO LONDRA 12/04-18/04/2010


Questa avventura inizia male già dall’inizio.
Numerose le titubanze che facevano già presagire un viaggio non proprio rilassante: prima l’indecisione su chi dovesse partire tra me e mio fratello Pino per andare a parlare con questo nostro cliente di Londra, e poi il fatto che Vittorio (il mio compagno di sventura) sarebbe dovuto partire nella stessa settimana per il Belgio.
Pino sarebbe tornato la domenica sera dalla crociera, quindi è toccato a me partire alla volta di Londra il lunedì mattina accompagnato da Vittorio che non si è fatto fermare dai suoi altri impegni.
Alle 13:30 di lunedì con un panino nella mano e il volante nell’altra passo a prendere Vittorio: direzione Fiumicino.
È in aeroporto che inizia la lunga serie di imprevisti che ci avrebbe accompagnati da lì a quattro giorni: Vittorio si rende conto di aver dimenticato la carta d’identità. L’aereo successivo c’era alle 19 con supplemento di 500 euro, poi alle 21 con una differenza di circa 155 euro a persona: decidiamo di dividerci. Io inizio ad andare e lui aspetta che gli portino la carta d’identità.
Atterro a Londra in orario, prendo un taxi (ben 61 sterline!), arrivo in albergo, lascio i bagagli e affamato mi avvio alla ricerca di un ristorante. Senza nessuna voglia di sperimentare cibi inglesi cerco un nome familiare, e lo trovo: ristorante Mondello.
Mentre io gustavo il mio bel piatto di pasta Vittorio era sull’aereo delle 21.
Il nostro viaggio di lavoro prosegue bene fino al giorno della partenza, cioè giovedì.
Giovedì mattina mi sveglio un po’ prima di Vittorio, accendo la tv e sento, cioè vedo dai titoli in sottoimpressione che avevano chiuso alcuni aeroporti del nord Europa, tra cui la Scozia e 2 aeroporti al nord di Londra, ma non il nostro. Causa: un vulcano in Islanda stava eruttando e propagando del fumo nel cielo che avrebbero dato problemi ai reattori degli aerei. Non ci do molto peso.
Dopo colazione, ci avviamo all’aeroporto di Heartrow. Nella metro parlo a Vittorio della notizia sentita al telegiornale, anche lui non gli da troppa importanza.
Arrivati in aeroporto, notiamo subito qualcosa di strano: gli addetti al ceck-in erano in mezzo alle persone e non dietro lo sportello come al solito. Dopo poco il responsabile dell’Alitalia ci fa sapere che a mezzogiorno avrebbero chiuso anche quest’aeroporto e che di lì a poco ci sarebbe stato un comunicato ufficiale. Ne arrivano due, uno dopo l’altro, ma non ci chiariscono per niente la situazione. Quello che era sicuro è che l’aereoporto sarebbe stato chiuso, ma nessuna notizia sulla sua riapertura. Si scusavano dell’accaduto dicendo che non dipendeva da loro.
Alcuni funzionari della stessa Alitalia ci dicono di aspettare almeno fino alle 13 per capire meglio. Nel frattempo chiamiamo Moira, la nostra interprete di società, chiedendole di trovare un sistema alternativo (treno, auto..), ma voci di corridoio parlavano di una possibile chiusura anche del tunnel della Manica.
Vittorio ed io spaesati e indecisi sul da farsi, decidiamo alla fine di prenotare di nuovo 2 stanze nell’hotel che avevamo appena lasciato. Quel pomeriggio decido di fare la cosa più bella di tutta la spedizione: una corsa per Londra. Per fortuna non lascio mai le scarpe da jogging a casa… Guardo sulla cartina e mi avvio verso l’HIDE PARK. Spettacolare!!
Tornando in albergo accendo la TV che non dava buone notizie: gli aeroporti sarebbero stati chiusi fino alle 19. Dopo poco la chiusura viene prolungata all’una del venerdì e in serata un nuovo aggiornamento dà la chiusura fino alle 19:00 del venerdì. Sconforto totale!
Il giorno dopo inizia la vera avventura. Anche contro l’opinione di Moira e di altri che ci sconsigliavano di partire allo sbaraglio, io e Vittorio ci eravamo svegliati con la determinazione di partire e andare via da Londra, in qualsiasi modo, anche a piedi, non avremmo ripetuto l’errore del giorno precedente che ci è costato tantissimo.
Facciamo una colazione abbondante e ci avviamo verso la METRO-UNDERGROUND linea rossa + linea blu “Piccadilly line” fino a King’s cross St.Pancras. Qui prendiamo il TRENO per Dover Priory, unica opportunità per arrivare al sud verso la manica, visto che i treni a lunga percorrenza erano tutti completi fino a boh..
Arriviamo a Dover alle 12 circa. Per raggiungere il porto abbiamo dovuto CAMMINARE per più di mezzora. Al porto ci aspettavano due file, una per prenotare i biglietti del traghetto e l’altra per prenderli. Per la fila del ritiro biglietti sbaglio compagnia di navigazione (no P&O Ferries ma SeaFrance), quindi dopo essere arrivato al mio turno devo rifare la fila da un'altra parte.
Finalmente con i biglietti in tasca saliamo sull’AUTOBUS che ci avrebbe portato al TRAGHETTO per Callais.
Il tratto di navigazione dura circa un’ora, cioè dalle 16 alle 17 ma con l’effetto del fuso orario diventano le 18.
Giunti a Callais ci spostiamo a Callais Ville in TAXI, qui prendiamo il TRENO fino a Callais Frethun, una piccola e tranquilla stazione moderna nella campagna francese. Il treno per Parigi partiva alle 22:02: c’era da aspettare, ma la cittadina non offriva grandi attrazioni, quindi ceniamo nella stazione servendoci dal distributore di bevande e snack. Il treno ha portato prima 30 e poi 40 minuti di ritardo.
Arriviamo a Parigi intorno alla mezzanotte. Dopo aver avuto indicazioni su come raggiungere Gare de Lyon da Ivana la moglie del nostro commercialista che è francese, prendiamo la METRO: linea D verde per 2 fermate. A Gare de Lyon troviamo le biglietterie chiuse.
Guardiamo sul display della biglietteria elettronica: fino all’indomani alle 6.30 nessun treno. Demoralizzato e arrabbiato decido, contro il volere di Vittorio che sarebbe voluto andare in hotel, di andare in un'altra stazione che ci era stata indicata da Ivana come alternativa: Gare de Berly. Non essendo tanto lontana ci avviamo A PIEDI: qui non erano chiuse solo le biglietterie, anche la stazione!
Lo sconforto prende il sopravvento, ma per poco! Troviamo subito un’altra stazione sulla cartina, probabilmente quella centrale: Gare de Montparnacce. Ci arriviamo in TAXI: anche qui tutto chiuso. Appena sceso dal taxi, a poche decina di metri mi accorgo di non avere più il portafoglio! Sconvolto guardo verso il taxi, era ancora lì, lascio tutto a terra e corro: era sul fondo del taxi, mi era caduto dopo aver pagato. Per un pelo…
Intanto si erano fatte le 3 e le stazioni aprivano alle 5. Che facciamo i barboni fuori al freddo? pensiamo di entrare in un pub per stare più caldi e mangiare qualcosa. Lì vicino ce n’erano 3, entriamo in quello più tranquillo. Mangiamo 2 pezzi di torta di mele, io prendo un bicchiere di birra e Vittorio un caffè: cena o colazione?non si sa!
I camerieri ci chiedono in mezzo inglese e mezzo francese dove eravamo diretti e ci dicono che la stazione per andare a Lione era quella di Gare de Lyon, la prima che avevamo visto. Uff!
Per raggiungerla ci consigliano di prendere il BUS numero 02, che passava proprio lì vicino. Seguiamo il consiglio.
La stazione aveva aperto, ma le biglietterie ancora erano chiuse. Apprendiamo dai display delle biglietterie elettroniche che i treni diretti a Roma, Milano, Torino ecc. erano già tutti completi. Accorciando la distanza l’unico posto dove conveniva andare era Lione.
Quindi aspettiamo che aprano le biglietterie. Il tempo passa e non arriva ne personale delle biglietterie ne altri clienti come noi. Ci insospettiamo: guardandoci bene intorno vediamo scritto su una colonna che altre biglietterie si trovavano al piano superiore. Corriamo su: davanti alle biglietterie ancora chiuse già c’era gente, ma poca. Ci mettiamo in fila, io in una e Vittorio in un'altra. Quando aprono le due file diventano una sola e Vittorio si trova davanti a me, quindi continua la fila lui.
Il treno c’era alle 06:54: l’orario si avvicinava inesorabilmente, la tensione saliva! Arriva il turno di Vittorio che durante l’attesa aveva fatto amicizia con un negretto ghanese che parlava italiano e abitava a Bergamo. Non finiscono mai, ma che cavolo fanno pensavo. Ho subito la risposta: le loro carte di credito non passavano, Vittorio mi chiede la mia. Passa!
Via verso i treni, scendiamo al piano inferiore. Guardiamo sul display dei treni in partenza, il nostro è al binario C. Intorno a noi solo numeri, dove sono queste lettere? Al piano superiore. Voliamo per le scale, vedo il binario C, correndo arrivo prima degli altri (chiaramente..), tocco il treno, ma stava già partendo. Perso!
Aumenta la depressione e l’incazzatura. L’unica consolazione è che i treni per Lione ci sono ogni mezzora. Però dobbiamo cambiare la prenotazione, perché i posti sono assegnati. Vittorio e il nostro nuovo compagno di avventura si avviano verso la biglietteria, io aspetto al binario. Ritornano dopo 15 minuti senza aver cambiato i biglietti, perché quella che inizialmente era una fila era diventata un mucchio di persone che riempiva una stanza di minimo 1000 metri. Il tempo di attesa era troppo lungo per i nostri orari..
Decidiamo di salire lo stesso sul TRENO delle 07.24 al binario A, arriviamo alle 09.25 a Lione.
Ci troviamo a un bivio: andare verso sud (Liguria) quindi Nizza o Marsiglia alle 12 oppure verso est rotta Torino/ Milano alle 11.38. Avendo tempo, consultiamo Moira e Pino. Optiamo per la seconda opportunità.
Alle 11 il puzzle era fatto: Lyon-Chambery; poi Chambery-Modane; per superare il Frejus Angelo Almonte, nostro cliente/fornitore che si trovava da quelle parti, ci avrebbe accompagnato in auto fino a Torino (soluzione suggerita da Pino); a Torino alle 21:57 ci aspettava un treno prenotato da Moira che sarebbe arrivato a Roma intorno alle 6 di domenica. Già solo sentire nomi di città italiane ci faceva sentire meglio. Ci sarebbero volute 24 ore per fare tutto il tragitto ma almeno avevamo trovato una soluzione, mi scappano le lacrime.
Quindi compriamo il biglietto da Lyon a Chambery. Cerchiamo di capire da dove partirà il treno, ma non c’era nessun treno, perché in realtà avremmo dovuto prendere l’AUTOBUS. L’autolinea si riconosceva dal mare di gente che la circondava. Troviamo il nostro autobus e saltiamo su: 1 ora e mezza di tragitto.
A Chambery erano ormai le 13.10, mangiamo un panino in un bar: al nostro gruppetto si aggiunge un signore di Torino, un’altra persona con cui condividere le sciagure! Ormai esperti nell’acquisto di biglietti dalla biglietteria elettronica, compriamo quello per Modane. Aspettiamo e saliamo sul TRENO. Un po’ si sonnecchia un po’ si guardano i paesaggi, ci scappa anche qualche foto. Dopo circa un’altra ora e mezza di viaggio arriviamo a Modane, paese in montagna contornato dalle Alpi piene di neve.
Qui Angelo ritarda perché all’entrata del tunnel del Frejus c’era la coda. Poco male, avevamo tempo: il treno per Torino c’era alle 22. Arriva con l’AUTO dopo ¾ ora e dopo circa due arriviamo a Torino. Finalmente in ITALIA! Angelo ci lascia per un appuntamento. Dopo aver aiutato il ghanese a trovare una soluzione mandandolo sul treno per Milano, salutiamo lui e il nostro amico torinese. Di nuovo soli Vittorio ed io, andiamo alla ricerca di un bel ristorante per mangiare finalmente seduti ad un tavolo qualcosa di buono. Troviamo il ristorante da Mauro: tutto buono! Ma tanto se non era buono era la stessa cosa…
Arrivati alla stazione, attendiamo che ci aprono le porte del TRENO che già era là un ora e mezza prima. Entriamo in un vagone con 2 letti a castello: Vittorio quasi subito si mette a dormire, mentre io scrivo, anzi riscrivo questa storia. Mi addormento verso le 23.30.
Arriviamo a Roma alle 05.50 (anche in anticipo!). Cerchiamo il binario per Fiumicino che era nella parte opposta della stazione. Acquisto il biglietto alla solita biglietteria elettronica, nel frattempo il TRENO delle 05.50 parte. Aspettiamo il successivo delle 06.22, rassegnati ma ormai convinti che il nostro viaggio stava giungendo al termine.
Approdati a Fiumicino prendiamo l’AUTOBUS SHUTTLE che ci porta al parcheggio lunga sosta, dove prendiamo l’AUTO. Direzione CASA. Ci fermiamo a fare nafta a Pomezia e poi da Egidio a prendere io un panino con prosciutto e mozzarella con un bicchiere di aranciata e Vittorio un caffè. Proseguiamo.
Accompagno Vittorio a casa sua e io mi dirigo verso la mia. Arrivo a Fondi alle 09.40. Il tempo di cambiarmi e poi dritto al magazzino: arrivo, poso la macchina e alzo le braccia al cielo gridando E VAI CE L’HO FATTA!!!
RISULTATO
17 MEZZI DI TRASPORTO UTILIZZATI + 1 (le nostre gambe)
48 ORE DI VIAGGIO
10 CITTÁ ATTRAVERSATE
1 STORIA INCREDIBILE E SPERO UNICA DA RACCONTARE RIDENDOCI SOPRA (ORA)

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi